• Ecriture d'un roman collectif

    L'écriture du roman est libre. Les seules conditions à respecter sont les suivantes :

    Une participation par semaine (entre 100 et 120 mots) ;

    Utiliser le passé simple et l'imparfait ;
    Cohérence par rapport au texte précédent ;
    Originalité et avancement du roman ;
    Le roman se passe au XIXème siècle en Italie.

    Fin de l'écriture du roman prévue le dimanche 1er janvier 2012.


    N'hésitez pas à laisser des commentaires constructifs...

  •  Durante l'inverno del 1858-1859, Alessandro, un giovane borghese piemontese a metà savoiardo, iniziò il servizio militare. Non voleva andarci. Eppure, come gli altri uomini in tutte le nazioni del mondo, non aveva scelta. I primi tre mesi, li trascorreva ad Annecy, nel nord della Savoia. Faceva freddissimo. L'inverno più freddo di tutta la sua vita . Escursioni verso il lago Lemanico e quello di Annecy, a Chamonix e altri luoghi di montagna, esercizi di combattimento con temperature fino a meno 30 gradi, notti brevi... Quest'inverno fu molto difficile per Alessandro. E con l'inizio della primavera, partì per la capitale, Torino, per prepararsi alla sua prima battaglia: Magenta .

     


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  •  Dopo una lunga battaglia, Alessandro era annientato dal freddo e dalla stanchezza. Sognava la sua libertà e pensava alla famiglia che aveva lasciato...

     Forse erano le sei della mattina, il sole non era ancora sorto, solo una leggera luce appariva all'orrizonte. Alessandro si era rifugiato dietro a un albero, il vento soffiava sempre meno forte e la neve aveva ricoperto la scuola. Lui tirò fuori dalla tasca un quaderno e una penna, poi cominciò a scrivere. Raccontò la sua prima giornata e il suo viaggio.


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  •      Gli sembrava allora che venisse da lontano. Niente l'aveva predestinato a fare la guerra; sognava solo di riprendere la fattoria familiare, e più segretamente, di sposare Eleonora. Ma al ricordo del bel viso ridente, Alessandro chiuse gli occhi, e cacciò l'apparizione dei suoi pensieri.

         Tutto il viaggio gli ritornò in memoria : gli addii, l'ignoto, gli uomini, gli allenamenti, il dolore dei muscoli dopo avere camminato tanto, e la paura... Alessandro aveva avuto paura, sì, paura dell'ignoto, paura dei combattimenti, paura della morte.

          Adesso e dopo la battaglia, non aveva più paura, ma era stanchissimo. Anche se il suo corpo era intatto, il suo spirito era torturato dalle visioni terribili che l'avevano seguito fino ai suoi sogni. Avevano vinto; ma ciò non aveva importanza. Torturato dalla vergogna, Alessandro si raggomitolò ancora un po' verso l'albero, sul suolo duro e gelato, il viso bagnato dai primi raggi del sole.

          Non aveva solo ucciso, lui di solito così calmo e così dolce, ma nell'angoscia della battaglia, era diventato come matto: aveva provato piacere ad uccidere, a fare male.

     -Vieni a bere un bicchiere, ti farà bene.

          Era un soldato con i tratti duri sotto il suo berretto che aveva parlato. Alessandro si alzò e lo seguì. Scivolò allora su qualcosa di molle: sotto i suoi piedi, una mano insanguinata lo fece rabbrividire di orrore. Il viso del soldato restò impassibile.


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  • Remarque à propos de l'écriture. Je déplace le message de Laura (je suppose...) ici, comme ça ça ne gène pas la continuité de l'écriture. Le voici:

     "Donc je fais le point de ce qui s'est dit en histoire: on écrit dans l'ordre ou on a débuté, pour ne pas commencer à rédiger et se rendre compte que quelqu'un...a déjà posté la suite entretemps. Merci!"

    Je vous propose de laisser vos commentaires, afin que nous trouvions une solution ensemble.


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  •  Gli disse subito :

     -Vieni ci sono bicchieri per tutti. Non preoccuparti, è finita la battaglia, è finito l’orrore. Abbiamo vinto ! La Francia ha vinto ! Vieni a bere un po' ! Non lasciare questa gola secca!

     Lo seguì tra i numerosi corpi inerti, e i pezzi di carne rossa. Infine arrivarono in un buco fatto con assi di legno e argilla. C’erano due francesi e quattro austriaci intorno a una tavola improvvisata con casse di esplosivi. Il suo salvatore gli spiegò che erano gli unici sopravvissuti di questo cataclisma. Alcuni volevano uccidere gli altri. Erano tutti gioiosi di incontrarsi con un bicchiere di vino francese tra le mani. Malgrado la loro nazionalità e la loro opinione, erano felici. Pensavano alla loro famiglia che avrebbero rivisto.

     


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