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    Visto e scoperto tutte queste cose, Alessandro fruga nella casa. Nel messaggio, sua madre aveva fatto un'allusione a un piccolo taccuino lasciato da Eleonora per Lavinia. Alessandro non ebbe difficoltà a mettere sopra la mano. Una volta il taccuino tra le mani, il bordo di oro gli ricordò la prima volta che incrociò lo sguardo di Eleonora. In effetti questo libretto apparteneva ad Ale, l'aveva offerto alla donna all'epoca del loro primo incontro.

     

    La prima pagina era destinata a Lavinia, e raccontava l'amore della sua vita che si chiamava Alessandro. L'uomo capisce che questo libretto raccontava la sua vita e quella di Eleonora... Leggendo attraverso queste linee, Ale non poteva trattenersi di pensare ai momenti trascorsi insieme. I rimpianti e i rimorsi l'invadevano. Si incaricò quindi di scrivere il seguito della loro storia.

     


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    Ma prima di scrivere, occorreva trovare un luogo sicuro, e dunque partire.

     

    Alessandro non viveva più; non ebbe il tempo di fare il suo lutto come l'avrebbe augurato né di parlare a Lavinia per spiegarle la morte di sua nonna e la sua partenza precipitosa. Depositò sua figlia dagli amici in un villaggio vicino, le disse che l'amava e che sarebbe tornato il più presto possibile. Non poteva restare con lei; sapeva che qualcosa sarebbe successo un dramma.

    Andò in Francia. Non serviva stare in Italia dove era ricercato o tornare per gettarsi nella bocca del lupo in America... Il suo viaggio, in treno, non fu sereno. Aveva l'impressione sgradevole di essere seguito ed osservato. Impazziva, credeva che ogni persona volesse ucciderlo. Sobbalzava, sentiva il cuore ripartire nervosamente. Arrivò, dopo alcune ore, in una piccolà città tranquilla. Là, aveva degli amici che tenevano un hotel dove voleva alloggiare. Ma certo di essere seguito, decise di passare per la foresta.

     

    Non non fu una buon'idea: la sera, quando si coricava, ogni ombra di ramo diventava una mano minacciosa, ogni scricchiolio gettava il povero uomo un poco più verso la follia ed i rumori soffocati della fauna erano certo le risa dei suoi inseguitori. Un ululato di civetta lasciò Alessandro ansimante, ma quando la civetta in questione lo sfiorò con le sue lunghe ali, perse totalmente la testa. Nella notte che era caduta, l'Uomo si battè contro la Natura; il suo coltello lacerava i rami degli alberi nella speranza di toccare le braccia di uomini, i suoi piedi si prendevano nelle radici che immaginava come le mani striscianti. Allora completamente pazzo, l'Uomo crollò in una febbre cattiva sul suolo imbottito di foglie, svenuto, delirando. La calma ritornò nella foresta; la luna vegliava, e la sua luce pallida illuminava gli alberi. Non c'era nessuno. La Natura aveva vinto sull'Uomo.

     


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    Il giorno tornò. Ale era svenuto in una piccola radura. Si alzò normalmente. La sua pazzia era stata passeggera. Grazie a questa "esperienza" nella foresta, Ale era sicuro che nessuno lo seguiva. Dunque andò all'hotel dei suoi amici. Si rinchiuse nella camera. Voleva scrivere, descrivere la verità, la sua vita con e senza Eleonora. Ma non sapeva dove comiciare. Questa storia era molto complessa e inverosimile. La guerra, Firenze, la Mafia, la morte di Eleonora e della madre di Ale.

     

    L'uomo decise di descrivere solo la sua vita con la madre di Lavinia, la sua bellezza, il suo amore per lei, anche il suo dolore quando l'ha lasciato e la sua gioia quando ha visto sua figlia per la prima volta.

     

    All'improvviso, qualcuno bussò alla porta...

     


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    Alessandro sobbalzò dalla paura. Il rumore continuava a risuonare nel silenzio assoluto. Preso dallo spavento, non si mosse. Ormai, lui non sentiva più il rumore ma solamente, il battito del suo cuore. Ale fu completamente paralizzato. Per lui, erano venuti gli assassini, come per Luciano. In effetti, Alessandro era ancora paranoico. Ma sormontò questa prova e finalmente andò ad aprire la porta. Lui si ritrovò davanti a una bellissima ragazza. Era la figlia del padrino, Roberta. Lui la fece entrare con felicità. Felice che non erano gli assassini, ma preoccupato. Però, sapeva che non era una buona cosa vederla lì. Roberta si avvicinò ad Alessandro e gli tese un foglio. Il foglio era in effetti, una pagina di giornale, dove una foto del padrino ricopriva la metà della pagina. Lui lesse l'articolo e scoprì la morte del padrino...

     


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    Dopo questo evento, Ale parlò con Roberta. Dopo avere parlato per 20 minuti, decisero di partire in Carlifornia. Partivano alle 23, e dopo un viaggio di due mesi e mezzo, arrivarono a Los Angeles. Un giorno, un rappresentante dell' esercito americano venne a trovarlo e gli disse: "L'esercito ha bisogno di te per vendere armi e hai bisogno dell' esercito per trovare un lavoro. Vieni a darci una mano." Il lavoro consisteva nel comprare armi all' estero per l'esercito statunitense poi, a prendere la merce e a farla rientrare in America. Era un lavoro ben pagato.

     


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